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Celiachia e aloe: la parola al naturopata

Il termine Aloe deriva dal greco Alos, che significa “sostanza salata”, forse in riferimento al suo habitat marittimo; un’altra derivazione attendibile sembra essere quella che lo lega al termine arabo alua, “amaro”, come in effetti è il succo completo della pianta.

L’Aloe Vera, definita “pianta dell’immortalità” dagli antichi Egizi, è conosciuta da millenni per le sue proprietà medicinali: immunostimolanti, antinfiammatorie, depurative, nutrienti, remineralizzanti. Il succo denso che si estrae dalla pianta con azione meccanica, simile per consistenza ad un gel, è lavorato ulteriormente per rimuovere l’aloina, una sostanza potenzialmente tossica presente nella parte più esterna della foglia.

Il succo di Aloe puro, naturalmente privo di glutine, è adatto alla dieta dei celiaci e rappresenta un ottimo rimedio per ripristinare il normale equilibrio intestinale, come riportato in diverse pubblicazioni scientifiche (Effect of orally consumed Aloe Vera Juice on gastrointestinal function in normal humans, Bland J. Linus Pauling Institute of Science & Medicine, Palo Alto, California Preventive Medicine). Tale sostanza ha anche il vantaggio di apportare in maniera equilibrata le vitamine (A, B1, B2, B3, B6, B12, C, E) necessarie al metabolismo.

In commercio esistono diversi prodotti a base di succo di Aloe Vera, sia per uso esterno come pomate, creme e gel, sia per uso alimentare come bevande, succhi, integratori e alimenti di vario genere. In questo secondo caso, è necessario che il prodotto presenti la dicitura “senza glutine” o il simbolo della spiga sbarrate per essere consumati senza problemi dai celiaci.